mercoledì 1 luglio 2009

insegnante per caso

un giorno qualunque di lavoro in favela, con computer che sembrano avveniristici rispetto alle reti provvisorie che consentono collegamenti sporadici, sommerse da letterine e foto di bimbi, bilanci, relazioni d'insegnanti, sociologhe e psicologhe per dimostrare di meritare i soldini di cui enti vari ci beneficiano.
squilla il telefono di barbara - ininterrottamente - la sento fare il mio nome e dire di essersi dimenticata di comunicarmelo, proseguo noncurante a scrivere, chiude la comunicazione e mi dice che l'insegnante d'italiano del Projeto Jovem è andata via, pertanto l'indomani dovrò fare lezione ai ragazzi! sgrano gli occhi, contorco il volto, balbetto e proprio perchè sto frequentando un corso di portoghese, dico che un'ora e mezza va preparata, in modo da tenere l'attenzione di questi adolescenti scalmanati e svogliati ;-), suppongo...
minimizza, mi lascia un cd, mi procura dei testi d'italiano per bimbi, provenienti da una donazione e, mi congeda.
ordine del giorno dopo, aggiornare l'archivio della rassegna stampa, interrompo il culto della persona su tutte le testate che descrivono barbara olivi come una santa, per me un po' meno: è la capa che mi ha ammollato questa patata bollente, e come al patibolo, pronta a ricevere insulti e minacce, vado verso il mio nuovo lavoro con l'incoscienza dell'ignoranza.
arrivo in anticipo, all'orario stabilito, l'aula è vuota, dopo dieci interminabili minuti, pure, il tempo scorre, sono impaziente, sollecito l'equivalente di una nostra bidella, mi spiega che in brasile la pioggia non è gradita, oggi piove, potendo, meglio evitare di uscire.
dopo venti minuti ne arriva uno, alla fine sono in cinque del doppio stimato. con qualcuno ho già avuto occasione di familiarizzare, comunque mi presento, chiedo i nomi: carol, tatiana, luciele, rodrigo e robson.
pensandomi geniale, inizio con l'invitarli a coppie ad una simulazione di dialogo da rimorchio in spiaggia, tipo "ciao, come ti chiami?", "quanti anni hai?", "dove vivi?", "cosa fai?", "esci questa sera?"...quando non è il loro turno, dormono sdraiati sul bancone in truciolato o disegnano noncuranti, pensando a ciò che non mi è dato sapere.
estraggo il cd di laura pausini, con testo annesso in italiano e portoghese, pensavo di riservarlo per la fine, ma è gia la fine! accendo la musica a massimo volume, per sovrastare gli altri ritmi provenienti dalla strada e le loro voci che, improvvisamnete rianimate, si appassionano e cantano a squarcia gola.
traduco il testo, faccio leggere un brano ciascuno, coniugare i verbi, correggo la pronuncia, lo ricantiamo, poi mi chiedono la versione portoghese e urlano ancora di più.
torno all'italiano chiedendo di mimare per mostrare di capire le parole che leggono, sembriamo tutti pagliacci, sono veramente simpatici e straripano voglia di divertirsi, viva gli adolescenti!
l'ora volge al termine, mi salutano, carol, la più carismatica, mi dice: "eu gostei muitu".
la coordinatrice del Projtto jovem è una psicologa, manifesta sempre troppo trasporto nel salutarmi, credo mi voglia analizzare, ma deve mettersi in coda...comunque...i giovani devono aver condiviso il loro entusiasmo, perchè mi ha confermata: da sostituta, divento di ruolo: domani si replica!

1 commento:

  1. essere professore di un adolescente richiede più pazienza di un lama, più furbizia di uno stratega, più iventiva di leonardo da vinci....ma quello che passa e arriva, il poco che arriva, è per sempre!! evviva

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