venerdì 30 ottobre 2009

Lettera di Barbara Olivi sul blog Italians di Beppe Severgnini

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-10-30/02.spm
Sei anni dopo scrivo da Rio de Janeiro, favela Rocinha

Carissimo Beppe,
scrivo da Rio de Janeiro, favela Rocinha, per ricordare insieme i sei anni dalla tua visita e rinnovarti così il nostro affetto. Era ottobre 2003, tra vicoli, fogne e baracche ti mostrai quella realtà sociale e umana alla quale stavamo dedicando un ideale. Sono sei anni nei quali siamo stati grati a ogni singolo giorno vissuto che per quanto duro e crudele, non è mai stato sterile. Abbiamo aperto cinque sedi di progetti educativi, acquistate con la generosità di tanti italiani anonimi e spontanei e per noi preziosi. Abbiamo accolto, abbracciato, consolato, educato centinaia di bimbi e giovani e sostenuto le loro famiglie. Con abnegazione e infinita gioia abbiamo amato senza riserve nel rispetto di ogni individualità. In questi anni abbiamo visto troppi giovani morire violentemente, bambini crescere senza ricevere carezze, troppe mamme abbandonare i propri figli, donne piangere il compagno ucciso, e fiumi di alcol, droga e rassegnazione. E noi stessi, che cerchiamo semplicemente di amarli, troppe volte siamo stati disprezzati, diffamati, minacciati da invidiosi, millantatori, corrotti e profittatori, tanto in Italia come in Brasile.Intanto Robert, nonostante molti sforzi, è tornato a fare rapine, Vito è stato condannato a morte dal tribunale del narcotraffico per aver disobbedito al codice interno della favela, lo stesso che ha linciato il babbo di Samara, con la piccola disgraziatamente testimone, Julie lotta da due anni per ricostruire una nuova vita libera dal circolo vizioso di uso e vendita di cocaina. Con tali considerazioni, nei momenti più difficili, Julio e io ci siamo chiesti QUANTO COSTA AMARE GLI ALTRI? Anche oggi, pur stanchi e amareggiati, confermiamo con determinazione che qualunque sforzo si faccia vale sempre e comunque la pena sostenere anche una sola singola vita.Ti vogliamo bene. Barbara, il mio Julione e tutti i bimbi di Rocinha che sentiamo come nostri per l´amore sincero e spontaneo che portiamo loro.
Barbara Olivi, olivibarbara@hotmail.com

Grazie Barbara dell'aggiornamento, orgoglioso e amaro. Non so quanto costa amare gli altri. So per certo, comunque, che qualcuno non ci prova nemmeno.

mercoledì 7 ottobre 2009

rio 2016



pare che inizialmente rio non fosse considerata una candidatura interessante, ma alla presentazione del progetto olimpico, la città del carnevale più bello del mondo, ha stupito! ed improvvisamente, tra tokyo, chicago e madrid, è diventata la favorita, a dispetto delle considerazioni pratiche, quali violenza, infrastrutture, traffico, inquinamento, accoglienza...

salvo l'incertezza delle ultime ore per il subentrare di giochi politici, vedi la presenza di obama a copenhagen, per supportare chicago.

venerdì 2 ottobre, giornata della votazione definitiva, il comune di rio ha dichiarato lavoro facoltativo, e la buona coscienza dei carioca ha suggerito che nessuno si presentasse, quando già tutti gli uffici pubblici (banche, ministeri, etc.) sarebbero stati chiusi ;-) il risultato era previsto per le 13:30 locali, ma la spiaggia di copacabana, luogo eletto ai festeggiamenti, era colma di gente già dalle prime ore del mattino e quando chicago è stata eliminata al primo turno, tv globo, incaricata della diretta nazionale, dichiarava 60mila presenze, davanti ad un enorme palco, tra la sabbia e il mare, illuminato dai raggi del sole e rinfrescato dal vento!


all'apertura della busta con la conferma della vittoria: madrid 32 - rio 66! ipanema, quartiere bene e, quindi si suppone composto, è esploso in un urlo all'unisono, sono piovuti coriandoli dal cielo, tutto il popolo si è riversato in strada.
c'ero anch'io, delle due arterie principali che conducono a copacabana, in una il traffico era bloccato e l'altra trasformata in pedonale, come già avviene tutte le domeniche.


sono arrivata a copacabana seguendo la folla itinerante, tra clacson impazziti e gente avvolta nella bandiera verdeoro o con i gadget più stravaganti, dai cappelli, al bodypainting.

mi sono unita ai festeggiamenti a ritmo di samba sino alla domenica, sostentata da caipirinha e dalla generosa allegria di questo popolo che non finisce mai di sorprendermi!


è anche il senso di giustizia ad avermi portata qui e sono colma di gioia per questo segnale: un verdetto giusto, coraggioso, sfidante!


lula aveva detto: "mi servono le olimpiadi per una serie di ideali da divulgare!" e il mondo l'ha ascoltato...è un buon inizio!





sabato 3 ottobre 2009

una giornata qualunque

giovedì giornata tipo di lavoro in favela, inclusa lezione d'italiano agli adolescenti, insolitamente più numerosi, scopro successivamente che sono stati spronati, incitati, motivati, minacciati da helena, la psicologa responsabile del progetto, che una tantum fa un richiamino sugli obiettivi...

mi organizzo per non rientrare a casa tardi, devo cambiarmi e tornare per una festa di matrimonio nella parte alta della favela.
menù: minestrone, pasta (scotta, come comanda il gusto locale) insalata di uova e tonno con torta di panna a forma di cuore, sovrastata dai classici pupazzi bianchi a formare la coppia degli sposi, anche se sono tutti minimo mulatti, mah?!

mi sento osservata, la padrona di casa mi presenta tale andrea che vuole parlarmi, il tipo sembra carino e più elegante della media degli invitati, ma inizia a esprimersi in modo concitato, dice di avere un messaggio per me, da DIO!?!, sostiene cha appena vista entrare gli è apparsa una luce, ha visto un anello, una fede molto brillante al mio dito, e dio l'ha pregato di riferirmi che la mia vita sta per cambiare definitivamente, sto per incontrare l'uomo della vita e tutto quello che ho sempre sognato sta per realizzarsi, non devo fare nulla solo attendere, tutto agitato ripete le stesse cose ininterrottamente, mi chiama irma (sorella) riesco ad interromperlo e gli chiedo chi è irma e lui candido risponde di essere un pastore evangelista e per la loro congregazione siamo tutti fratelli e sorelle! finchè non riesco a congedarmi, non senza che m'inviti a prendere il n. di tel della sorella accanto a lui per chiamarla e farmi recitare le preghiere ;-)

il primo risultato di tanta benedizione lo sperimento all'uscita dalla favela, dove sono sempre appostate auto della polizia in attesa di fermare sospetti, meglio stranieri che in caso colti con un recente acquisto - l'unico possibile in favela per un turista è la droga - cercano di arrotondare lo stipendio con una mancia in cambio della libertà, indi per la terza volta (ebbene si, a dispetto di come mi percepisca, è la terza volta che mi fermano, si vede che ancora non sembro brasilana, sigh) mi sottopongo al solito interrogatorio, da dove vengo, dove vivo, cosa faccio e, per la terza volta mi dicono che chiamano una collega donna che possa perquisirmi, nell'attesa insistono che se ho qualcosa è il momento di dichiararlo, perchè poi non potrebbero più aiutarmi, per la terza volta, disarmati dalla mia tranquillità, si consultano brevemente e mi lasciano andare con il solito "va com deus"!

martedì 29 settembre 2009

riniziare a raccontarsi da un we qualunque

in rocinha, tra le altre iniziative, esiste un'associazione che considerando che i bimbi durante la settimana hanno scuola e sono impegnati, il sabato si preoccupa di offrire un'alternativa alla strada, con varie attività, dalla capoera ai corsi di lingue, passando per il disegno.
un mio amico, filippo, lavora tutta la settimana per dada e poi fa il volontario lì, essendo stato il suo compleanno la scorsa settimana, sabato pomeriggio l'abbiamo accompagnato per conoscere la struttura e festeggiarlo con i bimbi. eccovi le testmonianze fotografiche

http://picasaweb.google.pt/nuno.franco.sousa/Rocinha_set_09?authkey=Gv1sRgCIOB2vT_rsruDw&feat=email#

sabato 11 luglio 2009

tra coloro che son sospesi

questa è la quinta volta, tra andate e ritorni, poi quale meta definire andata e quale ritorno, ancora non mi è chiaro.
oramai riconosco le vertigini che mi colgono almeno una settimana prima della partenza, somatizzo la miscela di emozioni del viaggiare tra due vite: la precedente fatta di affetti radicati e insostituibili e questa, ancora solo passione,
tra due mondi: l'europa, le mie origini, la mia cultura e
il sud america: la proiezione generata da troppe letture e tanti viaggi fatti di paesaggi, sole, colori e canzoni, la musica presente ovunque, sempre!
tra due diversi stili di vita: l'opulenza, il vero benessere, sottostimato e dato per acquisito e la povertà, non solo quella materiale, ma anche quella degli animi
eppure la dove c'è tutto le persone sembrano più problematiche, quanto qui la felicità è palpabile e si traduce nella facilità del sorridere e nella gentilezza degli approcci di tutti.
giovedi, ultimo giorno di lavoro, se così si può definire un'attività che non termina mai, lasciando sempre in agguato un senso di inadeguatezza.
tornando dalla favela sul solito van che percorre tutta leblon e poi ipanema, vista mare, con la spiaggia illuminata a giorno, la gente che corre sulla pista ciclabile e le squadre di varie discipline sportive che si allenano sulla sabbia, già è stata saudade, per questa città tanto meravigliosa, quanto ingiusta ;-) bella da far male, appunto!
mi sembra quasi di fare la vita da studentessa, condivido l'appartamento, esco con stranieri di ogni nazionalità, giro a piedi o con i mezzi e faccio un lavoro utopistico ;-) tutto ciò mi quieta, non so se è l'illusione della gioventù, la novità della seconda vita o se è realmente ciò di cui avessi bisogno, meno, molto meno di quanto la cultura da cui provengo mi abbia insegnato a desiderare!
lunedì torno in italia, sempre in bilico tra due mondi, neanche il tempo di ambientarsi ed è già un susseguirsi di saluti, di chi va e di chi rimane, da ambo i lati, l'elaborazione dei lutti si sovrappone.
la missione è:
- testimoniare al matrimonio di gheri,
- vedere quanti più amici possibile e fare scorta di amore
- timbrare l'autorizzazione per il visto di lavoro al consolato brasiliano (ebbene si! ce l'ho! il più rapido della storia! wow)
- controlli post operatori
- un po' di vacanza, nell'estate mediterranea, qui è inverno, 20/28 gradi ;-), ma fatalmente, oramai da un mese, in settimana - mentre si lavora - sole luminoso e cielo terso, il we nuvoloni!
...allora il sole lo porto dentro...milano: arrivo! rio: ritorno!

mercoledì 1 luglio 2009

insegnante per caso

un giorno qualunque di lavoro in favela, con computer che sembrano avveniristici rispetto alle reti provvisorie che consentono collegamenti sporadici, sommerse da letterine e foto di bimbi, bilanci, relazioni d'insegnanti, sociologhe e psicologhe per dimostrare di meritare i soldini di cui enti vari ci beneficiano.
squilla il telefono di barbara - ininterrottamente - la sento fare il mio nome e dire di essersi dimenticata di comunicarmelo, proseguo noncurante a scrivere, chiude la comunicazione e mi dice che l'insegnante d'italiano del Projeto Jovem è andata via, pertanto l'indomani dovrò fare lezione ai ragazzi! sgrano gli occhi, contorco il volto, balbetto e proprio perchè sto frequentando un corso di portoghese, dico che un'ora e mezza va preparata, in modo da tenere l'attenzione di questi adolescenti scalmanati e svogliati ;-), suppongo...
minimizza, mi lascia un cd, mi procura dei testi d'italiano per bimbi, provenienti da una donazione e, mi congeda.
ordine del giorno dopo, aggiornare l'archivio della rassegna stampa, interrompo il culto della persona su tutte le testate che descrivono barbara olivi come una santa, per me un po' meno: è la capa che mi ha ammollato questa patata bollente, e come al patibolo, pronta a ricevere insulti e minacce, vado verso il mio nuovo lavoro con l'incoscienza dell'ignoranza.
arrivo in anticipo, all'orario stabilito, l'aula è vuota, dopo dieci interminabili minuti, pure, il tempo scorre, sono impaziente, sollecito l'equivalente di una nostra bidella, mi spiega che in brasile la pioggia non è gradita, oggi piove, potendo, meglio evitare di uscire.
dopo venti minuti ne arriva uno, alla fine sono in cinque del doppio stimato. con qualcuno ho già avuto occasione di familiarizzare, comunque mi presento, chiedo i nomi: carol, tatiana, luciele, rodrigo e robson.
pensandomi geniale, inizio con l'invitarli a coppie ad una simulazione di dialogo da rimorchio in spiaggia, tipo "ciao, come ti chiami?", "quanti anni hai?", "dove vivi?", "cosa fai?", "esci questa sera?"...quando non è il loro turno, dormono sdraiati sul bancone in truciolato o disegnano noncuranti, pensando a ciò che non mi è dato sapere.
estraggo il cd di laura pausini, con testo annesso in italiano e portoghese, pensavo di riservarlo per la fine, ma è gia la fine! accendo la musica a massimo volume, per sovrastare gli altri ritmi provenienti dalla strada e le loro voci che, improvvisamnete rianimate, si appassionano e cantano a squarcia gola.
traduco il testo, faccio leggere un brano ciascuno, coniugare i verbi, correggo la pronuncia, lo ricantiamo, poi mi chiedono la versione portoghese e urlano ancora di più.
torno all'italiano chiedendo di mimare per mostrare di capire le parole che leggono, sembriamo tutti pagliacci, sono veramente simpatici e straripano voglia di divertirsi, viva gli adolescenti!
l'ora volge al termine, mi salutano, carol, la più carismatica, mi dice: "eu gostei muitu".
la coordinatrice del Projtto jovem è una psicologa, manifesta sempre troppo trasporto nel salutarmi, credo mi voglia analizzare, ma deve mettersi in coda...comunque...i giovani devono aver condiviso il loro entusiasmo, perchè mi ha confermata: da sostituta, divento di ruolo: domani si replica!

martedì 30 giugno 2009

lista nozze margherita e federico


Erano le 3,30 alba di una nascente domenica di anni fa (doveva essere inizio 2003) ed io ero in compagnia dei ragazzi del progetto serale di doposcuola della nostra associazione, al ballo funky lungo il Valão. Canale aperto di scarico di fogna, fetida ferita larga oltre 2 metri che accompagna per tutta la sua lunghezza, sfiorando le entrate delle case che vi si affacciano, una delle principali vie di accesso, ancora in terra battuta, al cuore intricato di vicoli del quartiere Raiz nella favela Rocinha. I giovani avevano insistito che andassi con loro al famoso ballo funky del sabato notte, per condividere un momento della loro vita e cultura.


Fu proprio li che lo vidi per la prima volta, monello scalzo vestito di sole bermuda, destreggiandosi scaltro nella moltitudine di corpi ondeggianti nell´oscuritá, sorriso sprezzante e gestualitá da grande, un fucile giocattolo di legno in mano esibito come vero, imitazione della realtá vissuta. Doveva avere al massimo 5 anni e camminava solo ostentando sicurezza e controllo della situazione.


Tutta l´area era volutamente immersa nel buio, musica diffusa ad altissima potenza da casse acustiche distribuite come una parete di soli decibel di 20 mt. x 4 di altezza, cadenza paranoica e ripetitiva, testi agressivi inneggiando a uso di droga, esercizio di violenza, armi e guerra, sesso e potere, denaro e cocaina. Questo é il linguaggio e messaggio che la gioventú di favela riceve da un sistema commerciale voluto da potenti che non vivono sicuramente in ghetti simili, bensí in paradisi lussuosi nelle diverse parti del mondo, ma che li vuole proprio qui in favela come mano d´opera di basso costo e alto rischio, clienti dozzinali di veleni di scarto, ostaggi di ritorsioni di polizia corrotta, pedine inconsapevoli di occupare un ruolo studiato a tavolino e a loro designato da accordi di cartelli internazionali.


Quel bambino si trovava al posto sbagliato all´ora sbagliata, se solo si fosse trattato di un altro paese, un´altra cittá. Eravamo invece in una favela nella cittá di Rio de Janeiro, e il tutto era emblema di una delle sue tante realtá. Ne rimasi profondamente colpita e tornai a casa pensando a lui e alla incoerenza e ingiustizia di quanto avevo visto. Continuavo a ripetermi che non era giusto, che quel bimbo avrebbe dovuto essere a quell´ora in un letto pulito e confortevole, coccolato dalla presenza rassicurante della mamma che vegliava sul suo sonno.


Da quell´episodio in poi incontravo Christiano
dappertutto girando per la favela, ne conobbi il nome e la fama negativa di menino de rua che lo accompagnava come uma stigmata. Aveva effettivamente 5 anni, terzo di 5 figli maschi di cui i 3 piú grandi vivevano in mezzo alla strada. La famiglia era composta da mamma Cristina (alle spalle uno storico famigliare di disturbi mentali) Bruno all´epoca 9 anni, Jonathan 7 e Christiano 5, seguiti poi da Joao Vito di 3 e Joao Pedro di appena 1 anno - a ottobre 2008 é nato anche Luis Felipe, il 6º figlio e l´ultimo perché finalmente si é riusciti a far chiudere le tube della mamma, all´ospedale, dopo l´ultimo parto.

Mi misi alle costole di Christiano, ogni qualvolta lo incontravo facevo il possibile per conquistarne l´attenzione, cosa che avvenne gradualmente e con grande diffidenza da sua parte. Quando mi vedeva esordiva in una esplosione di difese alla propria barriera emotiva, mi sputava, tirava pietre e sabbia, calci e morsi, parolacce e insulti, correva lontano e si nascondeva, per saltarmi poi addosso alle spalle quando passavo facendo finta di nulla, mi prendeva il cellulare o altri oggetti e scappava via a cercare di venderli, aveva una reputazione addosso di
bullo e la difendeva strenuamente, ci si identificava e ci si aggrappava come ad una ancora di salvezza, costituiva comunque per lui un punto di riferimento ed una identitá, per quanto forzata e imposta dagli altri, ma era tutto quanto possedesse.

Quando finalmente si stancava, si abbandonava nel mio abbraccio e allora lo portavo alla nostra scuola materna dove insieme alle altre donne della associazione, lo coccolavamo, gli facevamo la doccia e gli cambiavamo i vestiti con altri nuovi, gli davamo da mangiare e giocavamo con lui per capirne la storia e lenire le sofferenze: é inutile specificare che il posto di un bimbo di quella eta´sarebbe dovuto essere la propria casa intesa come focolare e rifugio, accanto ad una mamma che se pur povera potesse essere consolatrice, compagna, porto sicuro e protettore, consolazione per le pene e le paure tipiche dell´infanzia.


Andammo a conoscere la casa e lí fu evidente il perché i 3 figli maggiori preferissero vivere in strada: la dimora era piú una tana che abitazione per esseri umani. Era un sottoscala a forma di L ricavato a latere della scalinata di un vicolo che ne costituiva cosí una delle parete, pavimento in terra battuta e muri in mattoni forati, una sola apertura per la porta in legno in avanzato stato di putrefazione. Spazio minimo e angusto, soffocante e umido, immerso nel buio e nel fetore, covo di topi e scarafaggi enormi e puzzolenti, che disputavano i pochi metri quadri con i 5 bimbi....... Tutta la superficie del pavimento era occupata da uno spessore di circa mezzo metro di masserizie varie e inutilizzabili in decomposizione, puzzo irrespirabile di piscio e fermentazione, un lurido materasso di gommapiuma appoggiato sul cumulo costituiva il giaciglio dei bimbi che vi trovai raccolti in posizione fetale.


Lo storico della famiglia di origine racconta di un nonno tirchio – o chissá cos´altro - che lasciava la propria famiglia in condizioni di vera indigenza, tanto che la nonna per sopravvivere raccoglieva masserizie dalla strada, le accumulava in casa per essere poi rivendute. I suoi figli che ho potuto conoscere personalmente (= quindi gli zii dei bimbi in oggetto) da adulti manifestano tutti disturbi della personalitá, tanto che Cristina stessa, la loro mamma, ha ereditato la paranoia dell´accumulo di rifiuti in casa, ed é in tale situazione che l´abbiamo conosciuta.


Come associazione, ma soprattutto impressionati personalmente dalle condizioni di vita disumane, provvedemmo immediatamente alla ristrutturazione dell´abitacolo, nel tentativo di farne una residenza quanto meno degna e creare le condizioni affinché i bambini tornassero a vivere in casa. La riforma fu totale, fu fatto pavimento in ceramica, pareti intonacate, debellate tane di topi e scarafoni, costruito bagno con doccia e impianto idrico adeguato, angolo cottura, 2 finestre e porta in alluminio, mobili nuovi, letto a castello per i bimbi, materassi lenzuola e cuscini tutto nuovo, e per completare alla fine dell´anno portammo l´albero di Natale addobbato con le luci intermittenti e i regali impacchettati. Abbiamo affiancato l´assistente sociale alla mamma Cristina, e fornito cibo costantemente ogni mese, visitando la famiglia per accompagnarne la crescita.


La situazione miglioró durante i mesi immediatamente successivi, la casa rinnovata costituiva una piacevole novitá che richiamava i bambini a casa, ma non duró a lungo. In una casa dove non é presente il calore della mamma, di conseguenza non esiste collante tra i componenti . Cristina non é mai stata una mamma per i propri figli, piuttosto una compagna e neanche assidua. Non é affettuosa con loro, non gli ha mai cucinato o accudito con efficacia, ai relativi padri non ha mai comunicato la nascita di quel figlio cercando di mantenerli tutti da sola, non ha lavoro fisso, lava saltuariamente il bucato per altre famiglie e si prostituisce in un parcheggio di autobus dove l´abbiamo vista essere malmenata e derisa. Usa droga e consuma alcool. E´ in tale desolante panorama che i sei maschietti sono nati e cresciuti, senza educazione, cultura, amore, conforto e sostegno, portandosi dentro danni psicologici irreparabili.


Questa é la loro storia, aggiornata al mese di giugno del 2009, ma dietro ogni storia che si racconta c´é un cuore che batte e troppo spesso, un cuore che soffre, va quindi letta e interpretata con estrema umanitá e indulgenza.
Bruno é il maggiore con 16 anni. E´un anno circa che vive nella comunitá evangelica in periferia di rio de janeiro,


Jonathan, oggi 14enne, ha una spiccata personalitá, fu lui che a 6 anni di etá portó sulla strada il fratellino minore Christiano che ne aveva solo 4....... per sopravvivere compie piccoli furti e lo vediamo spesso trattare in strada la vendita della refurtiva. É piccolino e muscoloso, assolutamente indipendente, si arrangia con dignitá e simpatia, analfabeta ma intelligente, ci chiede spesso di poter studiare, ma quando gliene diamo la possibilitá... non si presenta mai, segue la vita libera e intensa della condizione di `menino de rua´.


Christiano adesso ha 12 anni, é estremamente intelligente e furbo, indipendente e iper attivo, vulcanico, accattivante, simpatico, creativo, un potenziale genio se si riuscisse a canalizzare le sue esuberanti energie verso un obiettivo che lo conquisti. È difficilissimo gestirlo perché troppo abituato alla vita ribelle senza regole, schemi o orari. Da circa 4 anni la mamma di un narcotrafficante (recentemente ucciso in un regolamento di conti) lo ha accolto a casa propria adottandolo come un figlio. Lá Christiano ha trovato quella pace e attenzioni che non aveva mai avuto prima, sperimentando cosí il piacere di avere un letto pulito dove dormire, ma soprattutto le cure amorevoli e delicate di un adulto che gli vuole bene veramente.


Passa giornate intere con me o mio marito Julio, viene a scuola o in ufficio dove cerca di rendersi utile, ma é bimbo di strada non facilmente assoggettabile ad un orario, e non si é integrato a scuola un anno che siamo riusciti ad ottenere una borsa di studio in un istituto privato. Joao Vito ha 10 anni mentre Joao Pedro 8, entrambi passano le giornate nei vicoli intorno a casa, ma sempre senza alcun controllo da parte della madre. Vanno a scuola pubblica saltuariamente e sono molto ribelli, mentre il piú grande é affettuoso e si stringe a me denotando carenza affettiva, Joao Pedro é particolarmente violento e rabbioso, difficilissimo da gestire e ci fa seriamente temere per il suo futuro.


Circa un anno fa é arrivato Luis Felipe ma le prospettive per lui non sono migliori che per i suoi fratelli.


Questa é la realtá del popolo piú umile delle favelas, questo é ció che fa dei nostri bimbi e ragazzi, individui meritevoli di ogni rispetto e attenzione, la loro sofferenza li rende unici e grandi guerrieri, noi li amiamo con tutto il cuore, ma non basta.



Abbiamo scelto Christiano e la sua storia come icona per altrettante migliaia che potremmo raccontare.


Christiano e Jonhatan manifestano spesso la volontà di proseguire gli studi, ma a causa dei loro trascorsi è difficile inserirli nelle Istituzioni pubbliche, in un corso di livello adeguato.


Ecco che il pensiero di Margherita e Federico di donare l'intero ricavato della loro lista nozze all'Associazione, si concretizza nel progetto specifico per i bimbi di strada, per allestire una struttura dedicata alla loro alfabetizzazione.


Nella nostra sede del "Projeto Jovem" abbiamo un locale idoneo, si tratta di un terrazzo da conformare all'uso, poichè l'edificio non sopporterebbe pareti in muratura, per quando piove o il caldo è soffocante, sarebbe ideale montare dello tensostrutture mobili e installare dei ventilatori. Per quanto concerne l'arredamento, saranno sufficienti alcune sedie con i banchi annessi, una lavagna e la cattedra.


Abbiamo già individuato un' insegnante coraggiosa che si prenda la responsabilità di dare lezioni private a questa ciurma di ragazzini, potenziali geni, in corpi e movenze da banditi. La persona prescelta è capace e preparata e, il nostro obiettivo, è farsi che li introduca al programma didattico ufficiale, così da consentire ai bimbi di affrontare l'esame di fine anno in scuole parificate. Lunedì 3 agosto è la data eletta per l'inaugurazione del corso, considerando che, a queste latitudini, luglio è il mese delle vacanze scolastiche invernali.


Questa è l'esposizione di un progetto che vuole essere un esperimento d'amore, non è detto che l'esito sia positivo, noi ce la metteremo tutta! e in caso di successo già i nostri cuori si librano verso voli pindarici, come proporre congiuntamente l'acquisto di uno spazio definitivo, più appropriato, nella stessa area della favela, per non disperdere tempo ed energie.


Christiano rappresenterebbe l'emblema di un programma di più ampio respiro...e il sogno avanza...


Conto Corrente presso la Banca FINECO. Per i versamenti basta specificare il nome dell'intestatario (Margherita Cecchini) ed il seguente numero di IBAN: IT97 J030 1503 2000 0000 3359 155.


lunedì 15 giugno 2009

biba racconta

aggiornamenti sul bimbo Bruno,
ormai un ometto di oltre 16 anni. ... dietro
ogni storia che si raconta c´é un cuore che batte e
troppo spesso, un cuore che soffre, e questo é Bruno.
Purtroppo non sono notizie proprio buone. Il ragazzo ha un
passato storico famigliare disastroso, la mamma come tutto
il ramo materno, ha problemi mentali quali `disturbi della
personalitá, ha 6 figli tutti maschi di cui Bruno é il
maggiore. Non é mai stata una mamma per i propri figli,
piuttosto una compagna e neanche assidua, di origini
umilissime e in condizioni di vita etremamente precarie. Non
ha di che sostentarsi e cosí lava saltuariamente il bucato
per altre famiglie e si prostituisce in un deposito di
autobus dove é anche stata vista essere trattata male e
malmenata. Usa droga e beve alcool. E´in tale panorama che
sono cresciuti i suoi figli, tutti ribelli, mal amati e
senza alcun punto di riferimento. La `tana´dove abitano
é un vero e proprio buco malsano che noi a suo tempo
abbiamo cercato di ristrutturare con poco successo giacché
poi la mamma cristina non ha mai fatto nulla per pulirlo o
mantenerlo in ordine. Il vano maleodorante in cemento e
mattoni forati, era tana di topi e residenza dei piú
grossi e puzzolenti scarafaggi che io abbia mai visto,
invecchiati lí e ti garantisco, proprio grossi. I bimbi
vivevano ammucchiati su uno spessore di masserizie raccolte
in strada e in avanzato stato di putrefazione. I 3 figli
piú grandi cristiano ora di 12 anni, jonathan di 14 e
Bruno di 16, hanno sempre vissuto in mezzo alla strada dove
li abbiamo conosciuti ed é per questo che poi siamo andati
a cercare l´origine delle loro sofferenze risultata
subito lampante. Bruno ha giá sofferto veramente tanto,
all´epoca della puntata de "le iene" aveva circa 11 anni.
Poi ha cominciato a rubare e qui in favela vige la legge dei
narcotrafficanti che proibisce il furto in comunitá. Bruno
ha rubato un computer anche nel nostro ufficio. Da quando lo
conosciamo lo abbiamo amato, abbracciato, aiutato e
incoraggiato, ma sopperire ad una atavica mancanza di amore
e di punti di riferimento spesso é impossibile soprattutto
puó essere giá troppo tardi. Traumi di abbandono
infantile portano conseguenze indelebili nella psiche
dell´adulto e per quanto si faccia spesso non ha
ripercussioni se non superficiali. Bruno non ha voglia di
vivere e il rubare´diventa una forma di suicidio, di
cercare la morte. L´anno scorso Bruno é stato condannato
a morte dai narcotrafficanti perché questa é la legge
che vige nelle favela e se la infrangi é il loro tribunale
che ti condanna e punisce. Bruno é stato avvisato varie
volte, noi abbiamo cercato di allontanarlo, iscriverlo a
scuole fuori dalla favela, ma non c´é stato verso. I
banditi lo hanno preso, torturato per 24 ore, e poi legato
stretto in attesa di essere ucciso da un loro killer. Poi
é successo il `miracolo´ piú unico che raro. Un
pastore evangelico che era stato bandito poi redento, ed ha
influenza nella sfera criminale, é intervenuto
all´ultimo minuto chiedendo e ottenendo la grazia della
vita di Bruno che gli é stata affidata...... il ragazzo si
é salvato, almeno per il momento. E´un anno circa che
vive nella comunitá evangelica nella periferia di rio de
janeiro, noi telefoniamo ciclicamente alla direzione per
avere aggiornamenti sulla vita di Bruno che all´inizio ha
avuto grossi problemi di ambientamento (era come un
animalino che si difendeva costruendo barriere emotive tra
sé e gli altri)ma sembra che adesso vada meglio.
.....é una storia triste ma con un epilogo di speranza,
anche se niente potrá cancellare dal cuore di questo
ragazzo il dolore sofferto nei primi anni di vita.
Scusa se le cose che ti ho raccontato sono molto forti, ma
questa é la nostra realtá, questo é ció che fa dei
nostri bimbi e ragazzi, individui meritevoli di ogni
rispetto e nostra attenzione, la loro sofferenza li rende
unici e grandi guerrieri, noi li amiamo con tutto il cuore,
ma a volte non basta.
Se vuoi aiutarlo, rimanici accanto nel cercare di dare
istruzione agli altri suoi fratelli, Cristiano per esempio
é sempre con noi, passa giornate intere insieme a me in
ufficio o seguendomi dovunque io vada, ma é bimbo di
strada non facilmente assoggettabile ad un orario, e non si
é integrato a scuola un anno che siamo riusciti ad
ottenere una borsa di studio in un istituto privato. Stiamo
cercando una insegnante che dia lezioni private a questi
ragazzini, ma deve averne il coraggio e anche qua non é
facile trovare persone che si assumano responsabilitá di
questo tipo. ...con jonathan, cristiano, Joao
Pedro, Joao vito e Luis felipe? Forse per qualcuno di loro
siamo ancora in tempo.

barbara olivi da rio de janeiro

Barbara Olivi
Presidente Onlus "Il sorriso dei miei bimbi"
Direttrice sociale ass. Uniao de Mulheres

Phone: +55 21 3209.3409
Mobile: +55 21 9368.6730

domenica 7 giugno 2009

ritorni e conferme

coincidenza: mi sono resa conto solo aprendo il blog, di quanto sia tondo il tempo trascorso dall'ultimo post,
dopo tre mesi, l'impellenza di testimoniare, come questa città, che il più delle volte mi sciocca - quanto e più del resto del mondo - riesca anche a stupirmi, ottima ragione per viverci!
ore quattro del mattino, di un qualunque fine settimana di giugno, qui significa autunno, cielo nuvoloso, 20 gradi di piacevole brezza, dalla finestra rimbomba il funcky della favela di cantagalo, l'unica delle duecento che conta la città, a minacciare l'elegante ipanema, su wikipedia: "il quadrato più costoso dell'america del sud".
improvvisamente dei botti irrompono oltre i tappi per le orecchie, il primo pensiero è una sparatoria, mi affaccio per verificare e vengo illuminata da quindici minuti di fuochi d'artificio come se fosse capodanno, mentre il cristo redentore osserva impassibile, il gallo, come da nome della favela, inneggia con il suo canto.

venerdì 6 marzo 2009

poesia di vincenzo rocciolo - volontario poetafilosofo

Ho visto bambini giocare tra sterpaglie e spazzatura,
piangere tra cumuli di disperazione e abbandono,
ridere nei girotondi dei loro giochi infantili,
abbracciarmi con la forza di chi si aggrappa alla> speranza.
Ho visto giovani ragazze offrire i loro doni naturali
come merce di scambio per fogli di carta colorata,
e turisti avidi di possedere corpi e anime
là nei paradisi chiamati Copacabana, Ipanema.....
Ho visto uomini abbrutiti dall'alcool e dalla miseria
seduti davanti a bicchieri di birra dorata,
con gli occhi spenti di chi non chiede più niente
ad una vita di stenti, di miseria, di degrado.
Ho visto donne invecchiate da ripetute gravidanze
cantare a squarciagola canzoni d'amore immaginato,
e ballare per la strada davanti agli usci spalancati
con l'incosciente allegria di chi piange se stesso.
Ho visto Cristo urlato a perdifiato da predicatori
improvvisati, ho visto il sole di questo paese magico e
fatato, ho visto il bianco e il nero camminare insieme
nelle strade fangose, ho visto, nonostante tutto, l'amore
per la vita sui volti della gente.
Brasile, terra di bambini abbandonati,
terra di frutti colorati e profumati,
terra di allegria, canzoni e danza nelle vene,
terra di miseria materiale e ricchezza spirituale terra di bellezza senza pari e di dolore sconfinato,
sei rimasto nel mio cuore in cerca di emozioni,
e un giorno tornerò a rivedere i tuoi colori e a sentirei
tuoi sapori, perché non si può dimenticare chi ci ha dato tanto amore.

mercoledì 4 marzo 2009

carnevale

schiava d´amore per questa citta´, non posso astenermi dal raccontare l´evento che l´ha resa celebre! intanto evento e´riduttivo: e´una follia globale collettiva, festa nazionale ufficialmente per una settimana, ufficiosomante devo ancora scoprirlo, questa ad es. e´la settimana della ´resacca´.

la citta´e´invasa dai carri naif e corte sambante a seguire, il primo che ha inaugurato nel centro citta´contava un seguito di duecentocinquantamila persone, mentre quelli dei giorni successivi per le strade di ipanema e copacabana, appositamente chiuse al traffico, avevano un seguito di venti/trentamila fans, tutti in maschera, di tutte le eta´ed estrazioni sociali. quando si tratta di festeggiare, il brasile e´indubbiamente un paese democratico! non paghi, persino in spiaggia, piuttosto che nulla, le ragazze mettono cerchietti sormontati da ali colorate e i ragazzi piume indie sul capo! senza stupore alcuno.

ho girato per questa bolgia, volente o nolente, con sentimenti contrastanti, tipo: mai piu´! alternati a divertimento ed ammirazione!

ho concluso al sambodromo per la sfilata ufficiale delle sei migliori scuole classificate: un delirio creativo! per tutta la durata della manifestazione gia´in metropolitna s´incontrano i partecipanti con i costumi pronti da indossare, e´una folla infinita, la struttura ospita sessantamila persone, altrettante sfilano - tipo dalle tremila alle quattromila per scuola - eguale quantita´si riversa all´esterno per ammirare i preparativi. il tutto sempre fino all´alba senza segno di cedimento di nessuno, eccetto la sottoscitta che alle quattro, se pur con rammarico, si e´ritirata con gli occhi colmi di piume, colori, corpi scolpiti dal samba, rappresentazioni teatrali e il messagiio gigante di ´Portela´ nel cuore: VIVEMOS PARA TE AMAR! tema della sfilata l´amore :-)

le scuole di samba nascono tutte in quartieri suburbani o favelas, indi sorge spontanea la domanda su chi finanzi tutta questa sensazionale sarabanda, ebbene, pare la malavita unitamente al narcotraffico. cosi´mi sono resa conto che le connessioni sono troppe e molteplici, impossibile debellare il fenomeno e francamente, io stessa rinuncerei malvolentiri, detto che per una titta che boicotta, quest´anno il turismo, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha visto un aumento del venti per cento. roba da far impalidire il resto del mondo in crisi e temere che tutti si convertano ad inventarsi un carnevale...

venerdì 20 febbraio 2009

manu chao

la cultura e i costumi si evincono anche da un concerto:
ieri sera sono andata al concerto di manu chao alla `fundicao progresso` a lapa, migliaia di giovani tutti belli, tutti a torso nudo, tutti naturalmente fisicati dallo sport, tutti con birra in mano e una nube di ´macogna´ che neanche a san siro nell´80 per bob marley! eppure sprizzavano salute e gioia di vivere, come dire: mens sana in corpore sano! gli dei abitano a rio de janeiro!

la convocazione era alle ventidue, inizio a mezzanotte con ´danca babylon´, termine alle tre e mezza, con lui che si batteva il microfono sul petto al ritmo del cuore ed ovazione del pubblico a ritmo!

al rientro sono stata piacevomente sorpresa dal mezzo collettivo che non si e´risparmiato alcun semaforo rosso, e sono rimasta piacevolmente stupita dai campi di calcio nel quartiere di flamengo, illuminati a giorno con tanto di squadre in delirio agonistico come se fossero le quattro del pomeriggio e non del mattino :-)

lunedì 16 febbraio 2009

riflessione notturna

premessa: il mio obiettivo del 2008 era sconfiggere le doppie punte con il capello in crescita e diventare piu´buona, fallito subito dopo averlo concepito, mentre il primo centrato con successo. Pertanto per il 2009 ho voluto riproporre il sacro e il profano, prefiggendomi di avere un bumbum da brasiliana e salvare i bambini della favela, cosi´ambiziosi entrambi da rischiare di riproporli per il 2010...

salvare i bambini della favela fa parte dei sogni da bambina, tra i tanti mestieri che si sono alternati alla domanda cosa vuoi fare da grande: una delle improbabili risposte era `la missionaria`- ovviamente laica - crescendo, viaggiando, ho continuato a nutrire un sano senso d´ingiustizia nel vedere la disparita´tra i piu´abbienti e i meserabili...ho trovato mie testimonianze in anni diversi, a diversi destinatari, in cui confidavo di cercare un´esperienza nella solidarieta´, preferibilmente in brasile, meglio se rio, la citta´che nel 1994 mi colpi´al cuore e mai nessun altro luogo mi restitui´le stesse emozioni.

poi e´arrivato il 2004 con la mail di un´amica che parlava di biba (barbara olivi - www.ilsorrisodeimieibimbi.it) e un articolo di beppe severgnini (http://www.onestipiaceri.com/archives/000136.html).
era febbraio, ad aprile ero qui per tre settimane, quando sono partita pioveva, mi hanno detto che il cielo stava piangendo perche´andavo via...anch´io piangevo.

la mia vita non e´stata piu´la stessa, prima nell´ordine dei valori e ora realmente.

chi sente la mia mancanza, ritiene sia qui perche´non ho trovato l´uomo giusto, io ritengo di essere qui grazie al non aver ancora trovato l´uomo per me, cosi´ho potuto realizzare il mio sogno di bambina e nulla esclude che ora sia pronta anche per l´amore.
la maggior parte delle persone che manifesta invidia o ammirazione per la mia scelta ha una famiglia: tutto non si puo´avere, io attualmente no, ma forse questo paese mi regalera´anche semplicemente un surrogato, qui i single possono adottare...

la mia mansione e´gestire la comunicazione dell´associazione, ma vedere bimbi meravigliosi e sorridenti, nonostante tutto, all´uscita e all´entrata dell´edificio che ospita ufficio e scuola materna, mi nutre lo spirito!

pensavo di non volermi occupare dei bambini, perche´non sono competente, non avendo alcuna nozione di pedagogia, invece ho visto la tristezza immutabile nei loro sguardi, ho visto la poverta´, il degrado, la miseria, ho saputo che alcuni subiscono violenze domestiche, dai vicini di casa, dai patrigni e ripropongono le stesse movenze con i compagni di asilo, allora ho saputo che non mi occupo di loro perche´so che non reggerei a tanto, per vilta´e perche´invece voglio e fortemente voglio restare per dare il mio piccolo contributo sperando in un doveroso mondo migliore, dove sorridano le loro bocche e soprattutto i loro occhi!

prima notturna

venerdi ci siamo spinte a lapa, mitico quartiere nel centro, in stile coloniale/diroccato, di notte vive di locali, ognuno con un suo genere musicale, dalla samba, al hipi hopi (come si dice qui), raggae e ancora samba, come prescrive la religione locale.
folle umane che si muovono a ritmo, tra ambulanti che offrono tequila e baracchini per la caipirinha, con i ragazzotti carioca che approcciano chiedendo un bejio e poi proseguono richiamati da altre chimere, gran bolgia in pellegrinaggio danzante sino all´alba!

al rientro in favela ho scoperto l´identita´degli strumenti che fanno vibrare le pareti di casa, la via appia era sbarrata da un muro di amplificatori, lungo otto metri e alto tre, dietro al quale tutta la bella gioventu´danzava instancabile il turpiloquio del funcky locale.

ma questa volta ero stata piu´scaltra, se pur in altro quartiere e con altri ritmi, ero stata una di loro, cosi´da giungere tanto esausta e farmi cogliere da morfeo...

domenica 15 febbraio 2009

lo zampe si e´offerto di ricollocarmi con rapide lezioni di: Search Engine Optimisation, Brand Positioning, Brand Awareness

la scorsa settimana e´iniziata con un´amara riflessione: rio mi vede mal posizionata (come direbbero le mie amiche esperte di marketing) infatti, in quanto italiana, i miei conterranei - avendo solcato diecimila km di cielo per le bellezze locali - non mi calcolano!

i brasiliani mi scambiano per una di loro, sinche´non parlo, ma poiche´non provano neanche a rivolgermi la parola, non posso esibire il mio fascino italian style e cosi´vivo nella terra di mezzo che lo scorso we ad ipanema mi ha consentito di avvicinare un gruppo di stranieri con diverse provenienze dal mondo, tutti a rio per lavoro in aziende petrolifere e affini, super coccolati, con una visione edulcorata della cartolina che vedono dai loro terrazzi in abitazione agiate! da quando ho scoperto questo mondo parallelo, con sfregio alla favela, ho abbandonato lo studio del brasiliano, per perfezionare l´inglese :-)

nel frattempo due ragazze romane sono venute a far visita all´associazione, innamorandosi della favela, della musica, della folla in moto perpetuo, dei cibi esotici in vendita ad ogni angolo, della vista di rio che si gode dall´alto!

il che mi ha offerto l´occasione di uscire la sera scoprendo la vita notturna che improvvisamente si anima di apparizioni cinematografiche: stavamo terminando di cenare tra chiacchiere innocue ed un suv nero si e´fermato scaricando giovani armati di enormi pistole cromate, posizionate in vita, piu´la sentinella con un mitra gigante a tracolla che lo sovrastava, catene d´oro grandi come il mio lucchetto per la vespa: nessuno ha battuto ciglio e il codice d´onore in vigore, garantisce che non venga torto un capello, se non durante le guerre di supremazia per il narcotraffico.

ma sinceramente vedere tante armi, impressiona e inquieta e vederle su dei ragazzi giovani con gli sguardi da duri ma anche con tutte le sane voglie della loro genarazione (ballare, frequentare ragazze) intristisce, perche´proprio per il turnover nel dominio locale, sicuramente stabilito da qualcuno piu´potente e fuori da questo contesto - hanno tutti un´aspettativa di vita molto bassa, raramente superano i 25 anni - e´come se avessero una data di scadenza scritta in volto. allora le loro armi, i loro sguardi di sfida mi incupiscono e penso, a maggior ragione, di essere qui a fare qualcosa di utile: a far si che gli uomini di domani crescano, invecchino e muoiano di cause naturali.

mercoledì 4 febbraio 2009

ode a bori, tarri, tamarri, angeli, babbi natale

la via appia ( questo l´ambizioso nome della via di principale accesso alla favela) ha avuto un sussulto quando sono apparsi un gruppo di sei romani bori de´cristo, insieme paiono dei teppisti piu´ pericolosi dei narcotrafficanti della favela: tutti rapati a zero, tutti in canotta, tutti muscolosi, tutti tatuati...invece... sono dei cuori di panna partiti da roma - monte mario - carichi come babbo natale di vestitini rosa azzurri, calzini, mutandine colorate, scarpine n 25/26, etc.! abbiamo gia´suddiviso il carico rifacendo il guardaroba per 2 famiglie, rispettivamente con 3 e 4 figli, mai + badare alle apparenze! ewwiwa me che i tarri li ho sempre sponsorizzati :-) e la storia mi da ragione!

domenica 1 febbraio 2009

fine settimana a rio

se il brasile e´musica, rio la capitale, la favela il tempio! dunque il we balli, danze, party! ovunque, dalle strade ai locali improvvisati, ininterrotamente sino all´alba ad un volume incurante del concetto d´inquinamento acustico.
tradotto: ho dormito con la casa in vibrazione a ritmo funcky/rap, facendo rimbombare all´unisono la trombetta di eustacchio con il battito del mio cuore, come avere una discoteca che scorre nelle vene!

il mattino - dopo un´estate insolita, da novembre: pioggia, nuvolo e ancora pioggia - finalmente fa la sua prepotente apparizione un sole caldo e accecante, i termometri schizzano a 40 gradi.
fortunatamente e´il fine settimana, fortunatamente e´ festa: qui i preparativi per il carnevale (21 -24 febbraio) iniziano con il largo anticipo che l´anima carioca esige, con soluzione di continuita´dal recente capodanno.

destinazione spiaggia: posto 9 ipanema, quello reso celebre dal locale che ha dato il titolo alla canzone ´´garota de ipanema´´.

una distesa di ombrelloni, sedie e umani, tutti tonici, unti, aitanti e sportivi, e´la vista che mi accoglie.
in questo contesto indossare un costume brasiliano richiede non solo un atto di coraggio, ma anche notevole autostima.
innanzitutto, per coprire il copribile, per via del pudore ereditato dal retaggio culturale cattolico, l´unica taglia possibile e´la grande - leggesi grangi! sigh!

perche´ fosse reso possibile, mi sono dovuta sotttoporre ad una ceretta brasiliana, praticamente un rito religioso, in cui il diavolo e´interpretato dai peli, pertanto non sono stati fatti prigionieri! tutti estirpati, ovunque, anche dove non sapevo di averne e, per il pudore di cui prima, non entrero´nei dettagli...!

a questo punto inizia la fatica, impossibile riposare per le mille sollecitazioni cui i sensi tutti, vengono sottoposti: dagli sportivoni che fanno sfoggio dei loro fisicacci al susseguirsi di venditori ambulanti di ogni bene primario e non, dai costumi agli occhiali da sole con tutti gli accessori del caso, passando per gamberetti, ananas, formaggio grigliato, biscotti globo (prodotto esclusivo locale), bibite (da quelle energetiche ai super alcolici), incensi, insomma si potrebbe venire nudi e andar via vestiti di tutto punto, ma anche satolli come se si fosse stati ad un party!

tra un bagno, una doccia, uno spuntino, un po´di shopping, inaspettatamente sopraggiunge il tramonto e, con gran sollievo, domani si torna al lavoro ;-)

venerdì 30 gennaio 2009

un colpo d´occhio rosso poesia

giornata calda, cappa di umidita´soffocante, non un filo di vento, lezzo stagnante, afrore che pungola le narici, tra le macerie, il cemento, i mattoni a vista, le baracche in legno, il pattume in ogni dove, l´intersecarsi di collegamenti elettrici abusivi, lo scorrere delle fognature a vista, l´incombere dell´attraversamento dei topi,
e´apparso un fiore:
julio - l´uomo nero dalla favela cidade de deus - ha regalato una rosa rossa a
biba - l´angelo biondo venuta dal benessere a dare un senso alla parola dignita´-
ci ho visto non solo una dichiarazione d´amore attraverso la bellezza della natura, ma anche l´emblema della speranza e del sentimento...basta poco per trasmettere tanto!

mercoledì 28 gennaio 2009

storie di favela

oggi ho fatto una bellissima riunione con la grafica creativa che collabora con l´associazione, una ragazza che fa splendidi lavori con i materiali reciclati e mi dovrebbe aiutare per il marchandising e per creare un link tra il sito dell´associazione e facebook...eppure leggevo sul suo volto, se pur illuminato dal sorriso, un velo di tristezza, come con la maggior parte delle persone qui, infatti, dopo tanti rilanci vulcanici di idee lei mi ha confidato di dedicarsi al sociale per risentire meno dei suoi problemi.
su tutti: sta concludendo la pratica legale per allontanare definitivamente l´ex marito dal loro bimbo di 7 anni, sul quale, nei giorni in cui gli e´affidato, perpetra abusi sessuali...ecco passare dall´entusiasmo allo sconforto e ritrovare l´entusiasmo e´un plurimo esercizio quotidiano, l´importante e´non arrendersi!

domenica 25 gennaio 2009

un sabato sera in favela

ieri sera, cé´stata la festa di premiazione dei partecipanti al corso di parrucchieri, consistente in una grigliata di carne su un terrazzo vista ruderi favela. musica, birra, danze! queste persone erano cosí´grate ed entusiaste da commuovermi e ai due angeli venuti una settimana da reggio emilia, senza vedere nulla, ma dediti all´insegnamento, hanno lasciato un quaderno con tutte le loro dediche da spezzare il cuore! tra loro una coppia della favela ´´cidade de deus´´ da cui andro´x ceretta etc, cosi´vedro´il set che ha reso celebre questa mitica favela!

qui intorno all´associazione gravitano molti personaggi interessanti. ogni giorno conosco qualcuno che mi arricchisce, alla festa, ad es.: un regista free lance che vive a rio da 12 anni e collabora al ´progetto giovani´ facendo corsi gratuiti agli adolescenti talentuosi, per dare loro un´opportunita´professionale che non sia il banditismo o il narcotraffico.

venerdì 23 gennaio 2009

introduzione alla favela

ospite da ana, insegnante/pedagoga dei bimbi da 1 a 3 anni alla scuolina dell´associazione.
lei deliziosa, devota alla causa e assertrice dell´educazione, in particolare, come strumento di crescita individuale e, in generale, come opportunita´di crescita per il paese.
lei ad es., quarta di cinque fratelli, ha completato gli studi lavorando e frequentando i corsi serali, per sua figlia taina´di 13 anni spera in un percorso piu´agiato, per il quale gia´sta risparmiando.
la casa , se pur dotata di pc, video, stereo, telefono, e´+ che spartana, decisamente sotto gli standard europei e ahime´priva di acqua calda, ma pare che il fratello elettricista domani venga a rimediare.
pare che la maggior parte in favela scelga di non avere l´acqua calda perche´sostengono faccia influenzare :-) per questo e tanti altri motivi, qui ho imparato a considerare sempre una prospettiva altra da me.

tanti cari saluti a milano

fermare le emozioni, tante mai troppe, in un vortice ininterrotto dalla gioia al pianto, un magone che mi accompagna sin dalla sveglia di sogni che tardano a venire per il susseguirsi dei pensieri di sogni e desideri che si dovranno avverare!
della commozione per le testimonianze d´affetto dalle persone che amo, eppure lascio, ma soprattutto, mi lasciano andare nutrita d´amore: grazie!
alcuni momenti meritano di essere fermati: i we ad impacchettare e svuotare casa per renderla affittabile...
in ordine cronologico e non d´intensita´:
cena dagli indi con regalo accompagnato dalla lettera che ha suscitato il primo pianto pubblico;
aperitivo/cena a casa della stefy con tutti gli amici accoppiati e bimbi dotati;
passaggi vari dagli zampe: la mia famiglia adottiva con questo blog in regalo;
festa a sorpresa: una deflagrazione del cuore!
party della vigilia per salutare via goldoni!
bravi tutti! belli tutti!

atterrata!

dopo settimane di fantastici saluti con gli amici, dopo un mese tondo di vacanza, il 21 gennaio 2009 e´ufficialmente iniziato l´anno zero!


si riparte da rio, si riparte dalla favela di rocinha...


il pacchetto due vite al prezzo di una, dopo un´esistenza da milanese borghese, tristemente impiegata in cartasi, la seconda prevede la collaborazione per l´onlus http://www.ilsorrisodeimieibimbi.it/ e la residenza a rio de janeiro! ovvero un lavoro che mi appassiona nella citta´d´elezione!