sabato 3 ottobre 2009

una giornata qualunque

giovedì giornata tipo di lavoro in favela, inclusa lezione d'italiano agli adolescenti, insolitamente più numerosi, scopro successivamente che sono stati spronati, incitati, motivati, minacciati da helena, la psicologa responsabile del progetto, che una tantum fa un richiamino sugli obiettivi...

mi organizzo per non rientrare a casa tardi, devo cambiarmi e tornare per una festa di matrimonio nella parte alta della favela.
menù: minestrone, pasta (scotta, come comanda il gusto locale) insalata di uova e tonno con torta di panna a forma di cuore, sovrastata dai classici pupazzi bianchi a formare la coppia degli sposi, anche se sono tutti minimo mulatti, mah?!

mi sento osservata, la padrona di casa mi presenta tale andrea che vuole parlarmi, il tipo sembra carino e più elegante della media degli invitati, ma inizia a esprimersi in modo concitato, dice di avere un messaggio per me, da DIO!?!, sostiene cha appena vista entrare gli è apparsa una luce, ha visto un anello, una fede molto brillante al mio dito, e dio l'ha pregato di riferirmi che la mia vita sta per cambiare definitivamente, sto per incontrare l'uomo della vita e tutto quello che ho sempre sognato sta per realizzarsi, non devo fare nulla solo attendere, tutto agitato ripete le stesse cose ininterrottamente, mi chiama irma (sorella) riesco ad interromperlo e gli chiedo chi è irma e lui candido risponde di essere un pastore evangelista e per la loro congregazione siamo tutti fratelli e sorelle! finchè non riesco a congedarmi, non senza che m'inviti a prendere il n. di tel della sorella accanto a lui per chiamarla e farmi recitare le preghiere ;-)

il primo risultato di tanta benedizione lo sperimento all'uscita dalla favela, dove sono sempre appostate auto della polizia in attesa di fermare sospetti, meglio stranieri che in caso colti con un recente acquisto - l'unico possibile in favela per un turista è la droga - cercano di arrotondare lo stipendio con una mancia in cambio della libertà, indi per la terza volta (ebbene si, a dispetto di come mi percepisca, è la terza volta che mi fermano, si vede che ancora non sembro brasilana, sigh) mi sottopongo al solito interrogatorio, da dove vengo, dove vivo, cosa faccio e, per la terza volta mi dicono che chiamano una collega donna che possa perquisirmi, nell'attesa insistono che se ho qualcosa è il momento di dichiararlo, perchè poi non potrebbero più aiutarmi, per la terza volta, disarmati dalla mia tranquillità, si consultano brevemente e mi lasciano andare con il solito "va com deus"!

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